TROMBOSI, RICONOSCERLA PER CURARLA CON EFFICACIA
CI SPIEGA TUTTO LA DOTT.SSA RAFFAELLA MASSARI
Fare sport è vero che ci aiuta a rimanere in forma, ma alcune volte capita che in seguito ad una piccola disattenzione si può incorrere in una distorsione articolare, del ginocchio o del gomito. Ovviamente la prima cosa che appare è una voluminosa tumefazione della parte interessata e dolente: allora il ghiaccio è la prima cosa da applicare, oltre che tenere l’arto in riposo e in scarico. Ma ciò che deve insospettire il mal capitato sportivo è la trasformazione della tumefazione in qualcosa di più duro e organizzato, il dolore evocato anche con piccoli spostamenti, la mancata funzionalità dell’articolazione, ma soprattutto il viraggio del colore della cute che volge al violaceo. In questo caso tutti i sintomi sopra citati possono indurre il sospetto di una lesione che ha coinvolto strutture ben diverse da quelle dell’articolazione e dei legamenti, ossia i vasi venosi. È doveroso a questo punto eseguire un importante esame che si chiama ecodoppler che evidenzia l’alterazione delle strutture sottostanti, comprese quelle vascolari, ed è in grado di valutare sia la presenza dell’eventuale trombo sia lo schiacciamento delle vene interessate. Ma perché si possono formare i trombi? Nel caso di un movimento eseguito male, le strutture vascolari subiscono uno stiramento e un contemporaneo allungamento fino a rompersi e riversare il sangue nelle vicinanze. Contemporaneamente, come in una qualsiasi emorragia, si mettono in moto fenomeni di contenimento emorragico e la formazione del coagulo – che si può trasformare in trombo se rimane all’interno del vaso anche se lesionato – composto di fibrina, piastrine e altre proteine. La terapia è piuttosto impegnativa, in quanto si basa su farmaci che hanno come principio attivo l’eparina che ha solo una modalità di assunzione, quella per via sottocutanea, e può essere inoculata o sull’addome o sulla coscia. Altro farmaco che deve essere assunto è l’antibiotico – in quanto un vaso lesionato presenta sempre un’infiammazione locale che stimola i fenomeni di produzione trombotica – e un protettore venoso a base di diosmina/esperidina o similari. Con questo articolo non voglio assolutamente dire che è pericoloso fare sport, ma che bisogna non sottovalutare i piccoli infortuni. A tal proposito i pazienti che eseguono terapie con antiaggreganti – come l’aspirinetta – o che soffrono di ipertensione arteriosa e/o diabete, cardiopatici, sono più esposti rispetto ad altri. L’infortunio sportivo, che ho preso in esempio per svolgere l’argomento dell’articolo, non è il solo e unico attore della formazione del trombo: le cadute accidentali a casa – quelle più stupide e per questo più pericolose – o durante una passeggiata lungo il marciapiede per inciampo o mal posizionamento di un piede, anch’esse devono essere considerate. Anche in questo caso la medicina sta facendo passi avanti e la terapia eparinica molto efficiente, ma che impegna il paziente ad eseguire un emocromo ogni 10 giorni, sta per essere sostituita da una terapia orale che non necessita di controlli ematici ravvicinati. Concludo dicendo di fare molta attenzione alla vostra postura e all’appoggio dei piedi. Al prossimo incontro.
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